bondana per il mukaebi
Lanterne e fuochi…
Forse breve è l’illusione
ma è ancora vita
 
Sull’altare ripongo
riso e speranze nuovi
 
Ora scrivo ihai
tra il profumo d’incenso
e cera sciolta
 
Nel rievocare i nomi
solletica il ricordo
 
Tornano volti
fotogrammi sbiaditi
canti nel vento
 
Vi conduca il cavallo
dalle porte dell’ade
 
Spalanco l’uscio
col mio più bel yukata
Che il viaggio inizi!
 
Vi accoglierà il cuore
con danze e fiori
 

 

lanterna accesa

attesa dell’aldilà

solo preghiera


Mi auguro di aver espresso al meglio il mio contributo per mukaebi


Buon Halloween a tutti!


© – Nicoletta Perrone

Che il nostro speciale Mukaebi inizi!

Scrivo con leggero anticipo perché sono già sotto le "pezze", come si dice a Roma.

Vi lascio la buona notte e qualche approfondimento sul Mukaebi che stiamo per iniziare, tratto da sito www.zasso.it :

In Giappone, la sera del 13 agosto il capofamiglia dispone gli ihai (tavoletta con l’iscrizione del nome postumo del defunto) su un altare speciale (bondana) in ordine gerarchico, rimuovendole dal butsudan, l’altare buddista.
Davanti ad esse colloca decorazioni di fiori, offerte di riso con azuki, i fagioli rossi dolci, ed accende sui lati le lanterne per la veglia. In alternativa è possibile che tali operazioni vengano svolte direttamente sul butsudan.
Intanto i bambini, accompagnati dagli anziani (ovvero le due frange liminari della società per eccellenza) salgono verso le alture portando rami di sempreverdi e cantando canzoni di benvenuto. Sulla cima accendono un fuoco (mukaebi) per segnalare la strada ai morti, ed altri ne accendono sulla via del ritorno e davanti all’uscio. Con l’infittirsi del buio tutta la famiglia si troverà riunita ed allora il capofamiglia, davanti al bondana, darà il benvenuto agli antenati a nome di tutti in modo molto formale, cosí come si conviene per gli ospiti piú onorati. Sempre questo giorno, e continuando talvolta il 14, il monaco Buddhista della zona compie un giro per recitare una breve preghiera in ogni casa.

Prepariamoci dunque ad accogliere domani gli spiriti dei nostri antenati, accendendo il nostro piccolo fuoco, tante calde lanterne e preparando un virtuale cavallo/cetriolo per rendere più veloce il loro viaggio.
Buon Mukaebi!

Obon お盆…

… ovvero la festa dei morti secondo la tradizione giapponese posticipata di 2 mesi circa… conosciuta anche come “Festa delle Lanterne”

Vedi post precedente: https://tanzaku.wordpress.com/wp-content/uploads/2009/07/cca374d6409f8df59ef38a3c2d12df6b_medium.jpg/post/18763958/Obon+%E3%81%8A%E7%9B%86+-+La+festa+dei+mor

Per noi il programma sarà il seguente:

Dalla mezzanotte del 30 ottobre e per tutto giorno 31: Mukaebi
Si accendono candele, lanterne e fuochi per ricevere le anime

Dalla mezzanotte del 31 ottobre e per tutto giorno 1 novembre: Obon
I parenti si riuniscono, visitano il cimitero, mangiano insieme

Dalla mezzanotte del 1 novembre e per tutto giorno 2: Okuribi
Si accendono candele, lanterne e fuochi per mostrare alle anime la strada di ritorno all’aldilà

Giorno 31 ottobre: Mukaebi (scegliere tag)
In questo giorno è uso accendere candele, fili di canapa e fiaccole: sono i kadobi (fuochi di benvenuto). Le luci fungono da guida per aiutare gli spiriti degli antenati a ricongiungersi sulla terra con i loro cari. In preparazione di questo ricongiungimento, ci si appresta a pulire casa, poiché si aspetta un ospite, una persona che non si vede da tanto tempo. Per le decorazioni si utilizzano piante sacre, frutta e incenso, e si danza intorno al fuoco. Si preparano un cavallo fatto con un cetriolo come veicolo simbolico per le anime degli antenati, in grado di accelerare il loro viaggio. Attendendo l’arrivo delle anime, si offrono e si mangiano spaghetti.
 
Giorno 1 novembre: Obon (scegliere tag)
In questo giorno i parenti si radunano per visitare insieme il cimitero; dopo aver pregato sia per i propri cari che per se stessi, si mangia insieme offrendo cibo e bevande anche ai defunti: secondo la tradizione, ciò aiuterebbe i defunti a passare da una vita all’altra.
Piatti tipici sono dolci di riso ricoperti di marmellata di fagioli.
 
Giorno 2 novembre: Okuribi (scegliere tag)
In questo giorno vengono accese nuovamente le fiaccole, i fili di canapa e le lanterne per mostrare ai propri cari la strada per far ritorno nell’aldilà. Vengono preparate piccole imbarcazioni da lasciar galleggiare sul fiume o sul mare con dentro delle piccole offerte da dare per il viaggio di ritorno dell’anima. Le offerte che vengono messe nelle imbarcazioni melanzane decorate a forma di mucca, cavalcature che li allontaneranno molto lentamente dai loro cari, al contrario del veloce cavallo/cetriolo che avevano usato per l’andata.
 
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L’idea è quella si provare a seguire le tradizioni giapponesi, provando a postare in questi 3 giorni scritti a tema per ogni giornata, in metrica o anche in prosa.
Chi vuole può aderire all’iniziativa scegliendo la tag relativa alla giornata come indicato sopra.
Cerchiamo di ricordare che l’Obon non è una festa con cui si pensa di poter salvare le anime dall’inferno, bensì per divertirsi insieme agli antenati che tornano da noi.
Nell’antica religione giapponese non esisteva l’idea di inferno e sofferenza dopo la morte. Gli antenati defunti sono considerati una via di mezzo tra i kami (le divinità) e le anime (o anche spiriti) che proteggono la vita dei discendenti vivi.
 
 
N.B.: non stiamo festeggiando Halloween!

*renga della pietra sacra**

foglie di coca

profumano la notte

respira il cielo

 

nella città perduta

riposa il dio serpente

 

la pietra sacra

splende sotto la  luna

imploro il vento

 

di segnarti la strada

nel  mare che ribolle

 

aroma di mate

profuma la mia notte

tu sei vicino

 

ecco sento il tuo cuore

caldo nella mia mano

 

 

a E.d.G.

 

E’  un canto soave

– note d’inverno e tu –

cos’hai nel cuore?

 

Son segreti immolati

all’eterea bellezza

 

Fruscio di seta

di tessuti preziosi

oro d’Oriente

 

abbagliante splendore

d’una vita sepolta

 

Volto di neve

sull’infelice anima

occhi nascosti

 

fatue ombre silenziose

ancora s’ode il canto…

 

~

 

Eufemia

 

 Lei si dipinge il viso per nascondere il viso. I suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto