In Giappone il matrimonio e’ solo civile, eventuali riti e cerimonie si svolgono in luoghi e momenti differenti, un rito religioso in Giappone non ha valore ai fini civili perché non esiste il concordato tra stato e chiesa.
Come cerimonia oggi il 65.9% delle coppie pur non avendo religione o non essendo cattolici o protestanti scelgono il matrimonio in chiesa con cerimonia in maggior parte protestante. Il 16.3% fanno una semplice cerimonia, spesso nella stessa sala dove si svolge il banchetto, dove una persona dichiara la coppia marito e moglie di fronte a tutti gli inviati, il 15.8% scelgono la cerimonia shintoista nel tempio, il 0.7% con ceromina buddista e il 0.4% sceglie altre cerimonie (dati del 2006).
Ovviamente la scelta più gettonata è dettata più che altro da una moda e molte ragazze sognano di indossare il vestito bianco cosi come vedono fare dalla televisione in occidente.
Anche in Giappone si usano le partecipazioni, preferibilmente scritte a mano e tendenzialemente si invitano le persone più che le famiglie, nel senso che non si è obbligati ad invitare tutta la famiglia di una persona se questa è sposata con figli.
Anche nel paese del sol levante si usa lo scambio di anelli che si preferiscono di platino.
Agli invitati, che principalmente regalano agli sposi soldi, si dona un oggetto di costo medio tra i 25 e i 35 euro ed è differenziato a secondo dal grado di parentela o amicizia o se la persona è da sola o con la famiglia. Recentemente è di moda "il catalogo": in pratica gli invitati ricevono un catalogo con diversi oggetti e ognuno può scegliere quello che più preferisce, una volta scelto l’oggetto si stacca una cartolina associata preaffrancata e si spedisce, l’oggetto arriverà durettamente a casa.
Le feste nuziali sono piene di colore ed allegria e, ultimamente, vengono praticamente organizzate dagli alberghi di classe. Infatti questi offrono pacchetti completi come i 2 kimoni per la sposa, uno per la cerimonia ed uno per la festa, i troni dove potersi sposare e un tempio piccolo dove si può celebrare la cerimonia.
Durante la cerimonia la sposa porta in testa un panno bianco ripiegato: si chiama "tsuno kakushi" (coperta per nascondere le corna).
In Giappone "le corna" simbolizzano la rabbia, e portare questo cappello significa che la sposa sarà sempre docile e non si arrabbierà mai.
In Giappone è diffuso un tipo di matrimonio combinato molto particolare: giunta all’età di circa 25 anni una ragazza prepara una sua scheda personale con studi, aspirazioni lavorative, preferenze e hobbies e la inoltra in giro tramite colleghi di lavoro, parenti, amici e agenzie matrimoniali. In questo modo può venire contattata da giovani in cerca di moglie con i quali stabilirà un primo incontro.
Non è indispensabile che tutto finisca con un matrimonio subito: i due giovani iniziano a frequentarsi in base ad affinità ed altro e solo in seguito decidono (e la scelta spetta ad entrambi, sullo stesso piano) se sposarsi o meno. A chi, come alcuni sociologi americani, critica questa filosofia di vita, in Giappone rispondono che i matrimoni nati in questo modo hanno dieci volte in più la possibilità di durare rispetto a quelli d’amore all’occidentale, che spesso si concludono nel Paese del Sol levante con un divorzio già al ritorno dalla luna di miele.
Il rituale matrimoniale shintoista è molto suggestivo: gli sposi, con indosso due kimoni particolarmente fastosi, bevono ciascuno tre volte da una ciotola con dentro riso e sakè. Ma il fascino per la cultura occidentale è talmente forte in Giappone che molti giovani scelgono un matrimonio all’occidentale, con tanto di abito bianco e lungo con il velo. Tra tutte le coppie che si sono sposate l’anno scorso, circa il 10% (provenienti soprattutto da metropoli come Tokyo o Osaka) ha celebrato il matrimonio all’estero, e sono circa 51.760 coppie: cinque volte in più rispetto a 5 anni fa.
Un dato curioso è che il 60% dei matrimoni con coniugi giapponesi viene celebrato all’estero. La meta più gettonata sono le Hawaii, sia per motivi di logistica, ( sono molto vicine al Giappone ) sia perché sulle isole ci sono circa 200 chiese e cappelle pronte a sposare giovani innamorati anche se si presentano qualche ora prima. Anche molte delle coppie che inizialmente sceglierebbero l’Europa e le sue solenni cattedrali, finiscono poi col cambiare idea poiché parenti e ospiti avrebbero problemi di lingua, inesistenti alle Hawaii, dove si può comunicare in giapponese. Alle Hawaii seguono, nelle preferenze degli aspiranti sposini, l’isola Guam, l’Oceania e il Nord America, e in caso di maggiore disponibilità di tempo e denaro l’Europa.
Fonti:
http://massa.typepad.com/dal_giappone/
http://viaggi.deanetwork.net/matrimonio_in_giappone.asp
http://www.sposimarche.it/sito/ancona/curiosita.asp
http://www.seta.it/code/unica/index.php
http://tommysnow.blogspot.com/